Gli anni difficili di Almudena Grandes – 2003 Guanda
Vi ricordate che nella
precedente recensione de “I baci sul pane” ho scritto che avrei letto ancora
altri libri della stessa autrice? Ho mantenuto la promessa e devo dire che
ancora una volta sono stata meravigliata dalle parole, incatenata al testo e ai
personaggi.
E’ la storia di una insolita famiglia formata da zio, fratello e nipotina;
l’ambiente è sempre la Spagna, Madrid e poi un incantevole paesino sulla costa,
in riva all’oceano. Curioso protagonista è il vento, “ levante e ponente”, così
influente da addentrarsi nella vita dei protagonisti e condizionare gli eventi.
A conferma dello stile dell’Autrice, si intrecciano tra loro tante storie,
storie di vita tra altre vite, un incastro di svariati periodi di vita che
magistralmente si legano tra loro. Ma la peculiarità che incatena la lettrice,
il lettore alla pagina, è l’abbondanza e la variegata e differente e speciale
quantità di aggettivi e termini, utilizzati per descrivere una persona, una
situazione, un’emozione. E quindi durante la lettura, riga dopo riga, è come
se… sentissi il profumo del vento che proviene dal mare, ti perdessi in un
momento d’amore, l’emozione ti prendesse alla gola.
“Juan fissò gli occhi di quella donna, che a volte erano grigi, a volte marroni e a volte verdi, ma sempre del colore delle tempeste, e lesse nel suo sguardo che l’unica strada possibile è avanzare, andare avanti, percorrere i binari fin dove iniziano a fiorire i papaveri, immaginare un posto dove non arrivano i treni, e trovarlo, e fermarsi sulla riva dell’oceano per imparare che se soffia da destra è ponente, e se soffia da sinistra è levante, e se viene da davanti è vento del sud, ma che tutti cancellano la via del ritorno.”
E’ veramente un libro poetico, nonostante le vicissitudini descrivano un cupo e travagliato passato, ma un presente autenticamente vero.
Da: La gioia di scrivere
“ … In una goccia d’inchiostro c’è una buona scorta
di cacciatori con l’occhio al mirino,
pronti a correre giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.”
W. Szymborska
di Eleonora Masini
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